Si specifica che i danni effettivi dalle pratiche illegali individuate devono ancora essere determinati, ma si prevede che supereranno considerevolmente l’importo stimato iniziale di 1,8 milioni di euro. In parallelo, cresce la preoccupazione per la potenziale proroga dello scudo erariale, una mossa che limiterebbe le contestazioni per danno erariale ai soli casi di dolo o inerzia
di Corinna Pindaro
La Corte dei conti evidenzia una serie di irregolarità gravi associate all’attuazione del PNRR, comprese frodi e indebite percezioni. Secondo la relazione del procuratore generale della magistratura contabile Pio Silvestri, diversi progetti vengono implementati senza aderire ai piani sanciti, causando uno spreco considerevole dei fondi stanziati.
La stessa Corte sta anche mettendo in luce i danni derivati dalle pratiche illegali associate al PNRR. I primi dati riportati dalle procure regionali mostrano che si tratta solo dell’inizio di un lungo processo di indagine su comportamenti illeciti legati al PNRR. Si specifica che i danni effettivi dalle pratiche illegali individuate devono ancora essere determinati, ma si prevede che supereranno considerevolmente l’importo stimato iniziale di 1,8 milioni di euro.
Oltre al quadro che emerge dalla relazione del procuratore generale della magistratura contabile Pio Silvestri le preoccupazioni della Corte dei Conti riguardano anche l’andamento complessivo della realizzazione dei piani: il Piano procede a un ritmo lento. Alla fine di novembre 2023, solo 28,1 miliardi di euro (circa il 14,7% del totale delle risorse) erano stati spesi, lasciando 138,2 miliardi di euro ancora da destinare per raggiungere tutti gli obiettivi stabiliti.
Insieme alle questioni relative al PNRR, emerge anche un’altra preoccupazione: la possibile proroga dello scudo erariale. Guido Carlino, presidente della Corte dei conti, sottolinea l’inutilità di tale proroga, considerando il sistema di garanzie vigente e l’attuale quadro normativo.
Il dibattito su questo argomento si sta intensificando a Montecitorio, in particolare riguardo alla possibilità di estendere lo scudo che limiterebbe le controversie per danno erariale solo ai casi di dolo o abbandono. Un emendamento al decreto Milleproroghe proposto da Fratelli d’Italia suggerisce di prorogare lo scudo di un anno, fino al 30 giugno dell’anno prossimo. Tuttavia, si sta considerando una riformulazione per prolungare il regime speciale fino alla data di scadenza del PNRR nel 2026.
La Corte dei Conti, di fronte a questi sviluppi, ha espresso preoccupazione, pure nel rispetto dei poteri del Governo e del Parlamento. Ha fatto inoltre notare che le questioni legislative potrebbero rendere lo scudo erariale istituzionale.
Inoltre, il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, ha richiamato l’attenzione sulla questione cruciale del debito pubblico. Carlino ha sottolineato l’importanza di “assumere un percorso di riequilibrio dei conti e un graduale ritorno del rapporto debito-PIL”, equilibrando le esigenze delle famiglie e delle imprese garantendo comunque “una conduzione ordinata e progressiva delle dinamiche di entrate e spese entro un quadro compatibile con la sostenibilità dell’elevato debito”.
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