Nel procedimento sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e l’acquisto del palazzo di Londra, Becciu è stato condannato a cinque anni e sei mesi di prigione. Altre pene pecuniare sono state inflitte a vari imputati coinvolti nel processo
di Corinna Pindaro
Il cardinale Angelo Becciu è stato condannato ad una pena detentiva di cinque anni e sei mesi al termine del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato Vaticana e l’acquisto di un palazzo nel cuore di Londra. Questa è la prima volta nella storia che un cardinale viene condannato nel Vaticano, indipendentemente dal motivo. La condanna di Becciu è stata annunciata sabato dal presidente del Tribunale del Vaticano, Giuseppe Pignatone.
Angelo Becciu, precedentemente sostituto per gli Affari generali ed ex prefetto per le Cause dei santi, è stato privato del suo incarico da papa Francesco tre anni fa e nella stessa occasione sono state rimosse anche le sue prerogative di cardinale. Becciu era accusato di peculato, abuso d’ufficio e istigazione a testimoniare falsamente. Il promotore della giustizia, Alessandro Diddi, chiedeva una condanna a sette anni e tre mesi di prigione. La sentenza include anche un’ammenda di 8.000 euro e un’interdizione perpetua dall’occupare cariche pubbliche.
Tra le altre condanne del Tribunale del Vaticano, vi sono multe per René Brülhart e Tommaso Di Ruzza, l’ex presidente e il direttore dell’Aif. Enrico Crasso, ex consulente finanziario della Segreteria di Stato, è stato condannato a sette anni di prigione e a una multa di 10.000 euro. Pene detentive e multe sono state inflitte anche a Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi, Nicola Squillace, Gianluigi Torzi e Cecilia Marogna.
In seguito alla lettura della sentenza, l’avvocato di Becciu, Fabio Viglione, ha dichiarato: “Ribadiamo l’innocenza del cardinale Angelo Becciu e faremo appello”. Così, il caso non è chiuso, poiché la difesa prevede di fare appello alla decisione del tribunale.
Il processo, che è cominciato due anni e mezzo fa a causa dello scandalo che ha scatenato grande scompiglio all’interno della Santa Sede, ha richiesto esattamente ventinove mesi per concludersi. Si tratta del procedimento giudiziario più lungo e complesso mai celebrato tra le mura leonine. Ha raccolto l’attenzione dei media, specialmente quelli anglosassoni, ed è stato etichettato il “processo del secolo”. Durante le 85 udienze, sono emersi diverse situazioni impreviste e personaggi pittoreschi, tra memorie dettate, registrazioni di chiamate, proiezioni video e conversazioni WhatsApp sviate.
Sono stati processati quattordici imputati in base a 49 capi d’accusa. Di questi, dieci erano persone fisiche e quattro società. Tra le persone fisiche erano inclusi individui di spicco, come Enrico Crasso, consulente finanziario della Segreteria di Stato vaticana per circa vent’anni, e Cecilia Marogna, accusata di aver appropriato indebitamente fondi dalla Santa Sede per la liberazione di ostaggi cattolici in mano a terroristi islamici.
I crimini presunti si sarebbero verificati principalmente nel contesto di un’acquisizione immobiliare da parte della Segreteria di Stato. L’acquisto di un edificio di lusso a Sloane Avenue, situato nel cuore di Londra, rappresenta l’operazione che, a detta dell’accusa, avrebbe provocato una perdita di almeno 139 milioni di euro alle casse vaticane. Le richieste risarcitorie sono estese non solo alla Segreteria di Stato, ma anche alle 4 parti civili coinvolte nel processo.
Questo processo è un’evidente rappresentazione del tourbillon di eventi e personaggi coinvolti nel disordine della Santa Sede. Segnato da continui punti di svolta, è un riflesso delle molte ore trascorse in aula, dei numerosi testimoni ascoltati e della copiosa documentazione analizzata. L’intero procedimento ha messo in luce le complessità delle situazioni che si sono sviluppate nel cuore della Santa Sede nel corso degli ultimi anni.
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