Davide Maria Mannocchi
Sempre in bilico tra l’anima conservatrice del patrimonio classico e l’impulso di scardinare ogni tradizione, fissando lo sguardo su un panorama internazionale, Palazzo Cipolla è pronto per aprire al pubblico la sua nuova esposizione.
La collaborazione con istituzioni culturali stranieri è da sempre un marchio di fabbrica che ha contraddistinto la fondazione Museo Palazzo Cipolla. Aperto nel 1999, il palazzo storico romano è stato in grado, fino ad oggi, di alimentare una rete di cooperazione tra entri museali europei che ha sempre incoraggiato l’organizzazione di ambiziose esposizioni.
In seguito allo straordinario successo della mostra dedicata all’artista spagnolo Manolo Valdès, Palazzo Cipolla inaugura una nuova personale che scandaglia l’universo plastico.
Dal 29 settembre 2021, infatti, ospiterà la serie di opere firmate da Quayola, l’artista romano di origine ma londinese di adozione, che ha pensato a un percorso espositivo che invita il pubblico a immergersi in una revisione della storia dell’arte, realizzata con il connubio di mezzi tecnologici avanzati e l’umana creatività.
Le opere in mostra sono il risultato di un lavoro svolto in un arco di tempo particolarmente lungo durato dal 2007 a 2021 che viene sviluppato nell’esposizione in tre macro aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite, e tradizione della pittura di paesaggio.
L’arte computazionale è al centro della ricerca di Quayola: grazie a sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo, l’artista avvia un’esplorazione della tradizione storico artistica occidentale partendo dalla poetica rinascimentale. I capolavori dell’arte italiana ed europea sono proposti attraverso una rielaborazione visionaria che sfrutta le infinite potenzialità del progresso per restituire una miscela contemporanea di presente e passato.
L’universo scandagliato da Quayola intercetta il tema della mimesi sul quale vengono invitati a riflettere i visitatori di palazzo Cipolla. La verosimiglianza tra l’arte concepita interamente tra l’uomo e quella che è invece frutto della collaborazione tra l’essere umano e la macchina è un punto fondamentale dell’attività dell’artista. Realtà tangibile e digitale si miscelano in un paradosso nel quale sfugge il limite tra materialità e immaterialità.
La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e curata da Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, si aggiunge alla lista di lungimiranti interventi organizzati da palazzo Cipolla e sarà disponibile fino al 30 gennaio 2022.